"PHANEROZOIC" METHOD




NOTE FOR ENGLISH READERS

This essay, about the method which stands behind the composition of our first opus "Phanerozoic", is written in italian (writer's native tongue).
We are going to translate it for the future release of "Phanerozoic". If you would like to know more infos about this essay in English language, you should ask them at: dnarecord@libero.it.

NOTE METODOLOGICHE SU "PHANEROZOIC"

I

Il modello che da' l'impulso metodologico alla prima composizione di DNA CPU e' quello della diffusione culturale, della genetica della cultura; piu' in dettaglio della cultura "virtuale". La genetica della cultura si fonda sulle informazioni, e queste informazioni hanno sviluppo proprio, indipendente dall'intervento del singolo: esse nascono, vengono raccolte da qualcuno, questi le modifica apportando il suo personale approccio, e poi reimmette nel mondo l'informazione modificata, senza sapere poi che sviluppo essa avra'. Questa informazione culturale verra' poi raccolta da qualcun altro, che a sua volta la modifichera', anche microscopicamente, e la diffondera' di nuovo, e cosi', fino a non riconoscere piu' l'origine ne' l'informazione originale, ne' il suo autore: tanto che l'informazione creata dal singolo diventa parte della cultura. L'esempio piu' eclatante e' quello dei "geni" culturali, che si tramandano, geneticamente appunto, trasformandosi di volta in volta. Concretamente, un "gene culturale" e' un detto popolare, un'espressione verbale, un dato acquisito da un nucleo di persone, di qualsiasi classe, eta', sesso, livello culturale. Tutto questo processo e' quello che si puo' definire trasmissione della cultura. Questo nostro progetto Collettivo non fa cultura, bensi' arte. L'arte, a differenza della cultura, non puo' che essere intenzionale, a differenza invece della trasformazione di un'informazione culturale, che e' caratterizzata dalla mancanza di intenzionalita'. Tuttavia il lavoro che stiamo eseguendo mantiene intatta una caratteristica della genia culturale: nella genia culturale l'autorialita' e' assente. L'autorita' e' assente. Percio', all'interno di questo progetto collettivo, e' importante non tanto il senso d'un autorita' ed autorialita' artistica del singolo e del suo intervento sull'informazione (ovvero sul suono) che riceve, modifica e reimette nel mondo, quanto lo sviluppo dell'informazione, da adesso in poi del suono, che si sviluppa attraverso queste singolarita' in una sua vita indipendente dagli autori. L'interesse quindi non e' per l'autore, bensi' per l'opera.

II

Come mettere in contatto entita' musicali differenti per formazione, per cultura non musicale, per forme? Il collante e' la tensione. Il contrasto. Il confronto che ne consegue. L'esperienza che si riceve da questo processo di esaltazione della propria posizione, mortificazione della stessa di fronte al confronto, alla posizione altra, altera pure lei; mutare se' stessi ed il resto nella sintesi, in una nuova coscienza dei propri processi, messi in discussione in un momento di crisi quale e' il confronto. Il contrasto, la tensione, la contraddizione delle forme. Partiamo sempre dalle forme dalle strutture: che succederebbe se mettessimo in discussione il modello musicale di un artista che basa tutta la sua ricerca sulla melodia, scontrandolo con un'altra ricerca basata sulla ritmica? Cosa succederebbe se prendessimo delle field recordings, per loro natura aritmiche ed atonali, e le campionassimo per farne materia ritmica e melodica? Che succederebbe se mettessimo a confronto la forma canzone occidentale contemporanea con la poliritmia di un brano dei pigmei Aka? Questo e' il collante che riunisce tutti i processi di "Phanerozoic": gli artisti coinvolti sono costretti ad affrontare suoni di altri artisti che divergono completamente dal loro modello di ricerca musicale. Non si possono disfare del suono altrui, ma possono confrontarsi con esso e trasformarlo, radicalmente o impercettibilmente, attraverso i propri schemi e modelli formali. Il risultato non appartiene a nessuno dei due termini del confronto. Il risultato appartiene ad entrambi i termini del confronto. La grande liberta': avere dei limiti fuori di se'.

III

DNA CPU ha come fondamento la distanza. I suoi componenti non hanno legami diretti tra loro, il progetto si svolge esclusivamente in forme virtuali. La solitudine di ogni singolo, in un gioco paradossale ma vero, si manifesta, appare, in una forma plurale: la creazione comune. Attenzione: e' creazione attraverso gli altri, non con gli altri. Questo implica un rapporto che invece di basarsi sulla presenza altrui si basa sulla sua assenza e allo stesso tempo sulla nostra assenza, cioe' distanza, da una realta' comune e condivisa. Gli altri sono assenti, noi siamo assenti per gli altri. Questo ci lega a loro perche' ci riporta sempre a noi stessi ed alla nostra solitudine. Nella realta' fisica, in presenza degli altri, i rapporti possono cristallizzarsi in comunione. Sopprimendo i rapporti, dandoli solo "in absentia", si ottiene il paradosso di sopra: non esiste alcuna comunione ma e' possibile una creazione comune, grazie alla comunicazione. Non sara' mai una creazione con gli altri, poiche' non abbiamo un confronto con l'esterno che mortifichi la nostra ideazione interiore e la elevi al di sopra di come noi l'abbiamo concepita (in altre parole la scremi, la chiarisca e pulisca). La creazione comune avverra' sempre attraverso gli altri, poiche' grazie alla loro distanza ed alla comunicazione virtuale, possiamo legare noi stessi a noi stessi, credendo di passare per gli altri, assenti, che percio' non possono deviarci la traiettoria di ricaduta in noi. Altra considerazione a partire da un dato tecnico: tutte le operazioni di scambio (di informazioni, di materiale, di comunicazioni varie) avvengono via mail. Il meccanismo delle posta elettronica e' ancora legato a quello della posta tradizionale; la sua caratteristica fondamentale e' il ritardo. Esiste un ritardo, seppur minimo, tra quando il messaggio viene scritto e recapitato, e quando viene letto. Un altro esempio lampante di assenza, che invece potrebbe essere quasi superata da piu' moderne forme di comunicazione, completamente virtuali: l'instant messaging. L'istantaneita' di queste forme presuppone la presenza di entrambi (o di tutti) gli interlocutori. DNA CPU non utilizza mezzi di comunicazione istantanea.

IV

Dicevamo: nulla di istantaneo nelle comunicazioni che stanno alla base di DNA CPU. Il progetto comunica solo attraverso mezzi in perenne ritardo, fuori tempo. Escludiamo percio' l'orizzonte - che sembra cosi' vicino, cosi' concretizzato - della contemporaneita'. La virtualita', nonostante tutti i suoi modi, non ci puo' mai permettere un rapporto di contemporaneita' col mondo: noi non possiamo essere presenti nella virtualita'. Intendo fisicamente, cioe' nell'unica condizione possibile di presenza nell'istante, nella contemporaneita' del tempo. Per quanto le distanze possano venire drasticamente ridotte - e la nostra presenza affermata anche agli occhi altrui, nelle relazioni -, ci sara' sempre un ritardo nel nostro rapporto col virtuale, perche' esso e' uno schema che si sovrappone alla realta' e, sovrapponendosi ad essa, non puo' che venire dopo di essa, in ritardo su di essa. Il virtuale e' costituito essenzialmente di informazioni e di processi che le elaborano. Cultura, in definitiva. Qualcosa che viene elaborato dopo il momento presente, sul momento presente. Postumo. In DNA CPU si comunica virtualmente portando alle estreme conseguenze il concetto di ritardo - che poi ricade nel principio di assenza -. Da un lato il virtuale si sovrappone alla realta', dall'altro noi ci sovrapponiamo al virtuale: siamo in un ritardo, e quindi in un assenza, gli uni nei confronti degli altri, impossibile da colmare. Un ritardo nel ritardo, un assenza esponenziale. Questo strano stato nel quale si opera e' fortemente stratigrafico e geologico. Noi ci appoggiamo a cio'che troviamo direttamente sotto di noi. Qualcun altro si appoggera' allo strato che noi formiamo. La geologia del progetto e la degradazione meteorica sono fondamentali.

V

Stratificazione geologica. Questo concetto presiede ai meccanismi del nostro progetto collettivo. Svelo alcuni dettagli tecnici, necessari a comprendere la riflessione che sto per fare. Il metodo di lavoro che utilizziamo e' il seguente: uno dei componenti del progetto produce una traccia audio. Questa traccia audio viene data ad un altro membro, diverso dal primo, che la utilizzera', applicando qualsiasi processo ritenga opportuno, la modifichera' e le dara' una forma differente. Questo procedimento e' ripetuto piu' volte: ad ogni passaggio differenti approcci, processi creativi e modificazioni si sedimentano sulla base, sullo strato iniziale. Ogni componente del progetto non conosce l'origine (chi ha prodotto) l'informazione sulla quale basa il proprio lavoro, ne' conosce la destinazione, cioe' dove andra' a finire il lavoro che produce e che verra' rimesso come base per il lavoro di qualcun altro. Ritorniamo qui ad uno dei punti principali espresso nel primo paragrafo: l'autorialita' e la sua negazione in favore dell'opera. L'opera e' al centro dell'attenzione ed il suo autore, anonimo nella collettivita' che produce l'opera, non e' piu' autorita', ma semplice contingenza. In un senso piu' alto ed astratto, l'opera sopravvive a tutti gli autori che la producono e riproducono. Questo fenomeno, questa forma, e' quella che caratterizza tutta la produzione di informazioni, di cultura e d'arte, nel mondo virtuale del web. Stiamo semplicemente portando, attraverso questo progetto collettivo, una formalizzazione implicita - nella cultura attuale - in forma artistica, cioe' esplicita. Per tornare alla geologia: ogni strato (ogni singolo intervento del singolo a precipitare sull'opera) va a formare quella che e' una creazione collettiva, nel vero senso della parola. L'autore e' indefinibile, non se ne possono stabilire i contorni; cosi' non gli si puo' attribuire nemmeno l'intenzionalita' del senso che l'opera assumera'. La perdita di intenzionalita' pero' e' solo apparente: si tratta pur sempre di creazione artistica, percio' ad essa presiede una volonta' ben precisa. Quella, per usare un termine d'ambito teatrale, della regia. E qui entra in scena un altro fattore che andiamo ad affrontare.

VI

Un procedimento fondamentale nella ricerca del progetto e' la degradazione, con un duplice valore: degradazione meteorica e degradazione qualitativa. Degradazione meteorica, gia' nominata in precedenza, e' il cascame delle nostre produzioni che viene a sedimentarsi (ancora geologia) ed a costituire la base di successive produzioni, operazioni, etc. Degradazione qualitativa e' il procedimento per cui - attraverso la trasmissione, la compressione, la quantizzazione, la codifica ed altri processi - un'informazione di base viene qualitativamente modificata verso il basso (caduta libera); un esempio evidente lo abbiamo se parliamo di formati (forme matematico-linguistiche): esistono formati che grazie alla loro leggerezza sono piu' facilmente trasmissibili, ma al contempo riducono la fedelta' dell'informazione (del suono) ed la modificano cosi' anche nella sostanza. Questa processo di degradazione e' quello che coinvolge tutte le informazioni che circolano sulle reti web. Come potrete capire il processo e' esponenziale: se prendo dal web un'informazione degradata e la reinserisco - nuovamente degradata per esigenze di trasmissione o per noncuranza - nella rete, essa sara' degradata al quadrato. Considerando la velocita' e la quantita' di degradazioni che un'informazione (un suono, un'immagine, etc) puo' subire nella rete di internet, essa raggiungera' una distanza enorme dalla sua origine. Torniamo adesso ad un altro punto affrontato solo per accenno in precedenza: si tratta della regia, dell'intenzionalita'. Ormai e' chiaro che, nella cultura, le informazioni sopravvivono ai loro autori e che l'intenzionalita' di un singolo influisce come contingenza, ma non come piano complessivo dell'esistenza dell'informazione stessa. Come far rientrare allora l'intenzionalita' nel nostro progetto, che non e' cultura, ma arte? La soluzione sta nella regia. Un elemento che possiede l'intenzione e la visione completa dei processi che si stanno svolgendo, che li dirige secondo un preciso metodo, secondo direzioni coscienti. Questo e' il ruolo che mi sono assunto all'interno del progetto partendo dalla sua origine piu' remota cioe' la sua ideazione, lo slancio iniziale interiore, il concepimento di tutto. Queste note metodologiche altro non sono che una delle molte manifestazioni dell'intenzionalita' che sta dentro il progetto. Dentro, non dietro: un altro procedimento che la regia d'arte impone e' quello di stare dentro. Non si tratta di decidere, a prescindere dalla realta' e dal confronto con essa, cio' che sara' il progetto e come si svolgera', cosa produrra', etc (questa e' la regia d'azienda non quella artistica, teatrale), bensi' di confrontare la propria idea con cio' che accade e trasformarla, per seguire, intenzionalmente e con coscienza, il corso della creazione.